LA CASTELNUOVESE

Concorso Internazionale di Progettazione: RECUPERO DI UN EDIFICIO INDUSTRIALE EX BRICCHETTIFICIO DA DESTINARE A UFFICI E SERVIZI DELLA SOCIETÀ' BANDITRICE BASATO SU PRINCIPI DI SOSTENIBILITA' AMBIENTALE E DI ELEVATA EFFICIENZA ENERGETICA (13 classificato su 45 progetti presentati)

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Capogruppo: Ing. Carmine VitaleTeam Strutture: Arch. Giuseppe Di Monte, Ing. Sara Salvatore
Team Architettura: Arch. Flavio De Stasio, Arch. Gianluca Ronco, Arch. Daniele Ravagni, Arch. Federica Benatti, Arch. Maria Chiodo, Arch. Filippo Sesti, Arch. Gaia Farinelli, Arch. Federica Fiaschi.
Team Energy: Arch. Stefania Mirandola, Ing. Camillo Lanzinger, Ing. Carmine Vitale, Arch. Paola Bianco, Ing. Massimiliano Lusetti
Membro giovane: Ing. Nunzia Samanta Soranno

Edificio industriale per la costruzione di mattonelle lignee da ardere, inquadrato in un’epoca costruttiva della seconda metà-fine ‘800, strutturalmente realizzato in muratura portante verticale, a fasce orizzontali alternate in pietra e mattoni, caratterizzato nei prospetti dalla scansione di campate a vista culminanti in modanature ornate sempre in mattoni. Gli orizzontamenti strutturali di piano, generalmente compositi, sono principalmente costituiti da un ordine di travature in profilati metallici (INP) su cui poggiano voltini in mattoni con soprastante caldana epavimento (presumibilmente costituito da un battuto in cls o tavolato di legno); Le coperture a tetto, ove presenti, risultano costituite da strutture in legno o acciaio (capriate e arcarecci/listelli a seconda del materiale), ancorate alle murature portanti, originariamente rivestite con tegole piane (presumibile dal passo degli arcarecci o dai listelli).
Il cattivo stato di conservazione dell’immobile è conseguente al lungo abbandono e ai vari rimaneggiamenti subiti nel passato. Si evidenzia il crollo di parte delle coperture e di alcune porzioni di solaio; in particolare tutte le opere strutturali necessitano di una attento processo di analisi, risanamento e consolidamento.
L’alta ciminiera in mattoni, posta a sud e in prossimità del corpo di fabbrica, caratterizza il prospetto d’insieme del bricchettificio, diventandone simbolicamente la “bandiera”.

Il “concept” progettuale
II progetto di recupero dell'edificio per uffici e servizi è strutturato secondo i principi dell'edilizia eco- sostenibile con uso consapevole delle risorse disponibili ed il benessere ambientale dell’uomo; mettendo quindi la sostenibilità, il benessere globale degli occupanti, i reali bisogni dell'uomo, l'ambiente, il risparmio energetico, al centro del processo progettuale e coniugandolo con le conoscenze acquisite nella ricerca filologica dell’edificio nel contesto del territorio.
Gli obiettivi sono stati valutati raggiungibili tramite un processo progettuale integrato, basato sull’approccio delle esigenze prestazionali, coniugando i temi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico con quelli della qualità del progetto, partendo da un prerequisito ritenuto strategico che è stato esplicitato nell'analisi dello stato attuale e della valenza storica documentale dell'edificio e delle attrezzature che ancora contiene, oltre alla lettura analitica dei fattori ambientali e climatici.
La scelta progettuale è stata fatta su: salvaguardia degli elementi costruttivi esistenti tramite il recupero delle opere attraverso tecniche di restauro e risanamento conservativo tradizionali, utilizzo e riuso di tutti i materiali esistenti per le ricostruzioni, salvaguardia della storia produttiva dell'edificio industriale tramite il recupero delle macchine e degli strumenti (recupero della memoria storica – archeologia industriale) ed utilizzo degli stessi come arredo ambientale interno-esterno per “comunicare” il percorso rievocativo storico del luogo; utilizzo della stessa tipologia di materiali per la costruzione delle nuove opere edilizie, sostenibilità di tutti i materiali e prodotti costruttivi ed impiantistici sotto l’aspetto della riciclabilità garantendo l’affidabilità, la sicurezza, la resistenza, la durabilità, il confort, l’estetica, e più in dettaglio l’ergonomicità, lo stile, il target, il contesto, la funzionalità, l’immagine; tutte scelte funzionali alla fattibilità.

Il progetto
La “visione” architettonica finale è legata al recupero dell'immagine storica dell'edificio, per non alterare l’equilibrio consolidato sul territorio e sulla popolazione locale, attraverso il riuso del'impatto ambientale semantico, in una sorta di “BRICCHETTIFICIO” (fabbrica come concetto già abbastanza moderna, visto che in pratica si produceva “il vecchio tipo” di pallets da ardere dai refusi del legno trasformato in lignite) passato a “ELEMENTO DIRUTO” che arriva a “NUOVA VITA” sempre come “LUOGO DI LAVORO”: “visto” come oggetto architettonico tradizionale ma “vivo” e “mutevole” che non nega la trasformazione; trasformazione che suggerisce l'inserto di alcune parti di tetti verdi e vive, che “segni” la traccia della fase intermedia piegandola alle esigenze tecniche di risparmio energetico, l'inserimento della pelle secondaria tecnologica che emerge dalle rovine, che non nega la trasformazione e l'evoluzione della storia, ma asserisce con forza che anche la nuova cultura del rispetto dell'ecosistema nasce dalle rovine dell'epoca industriale che caratterizza la rinascita dell'edificio. In questo caso quindi è plausibile un intervento non di restauro totale ma esemplificativo del percorso storico che la struttura vivrà attraverso la nuova vita.
Pertanto il progetto lascia spazio alla creatività e al design attraverso un percorso di scelte strutturali liberatorie dei “vincoli” costruttivi.
L'intento è quello di ri-costruire l'architettura interna (ed una nuova filiera produttiva), con locali interni ben collegati tra loro e rivolta a soddisfare le esigenze primarie di confort nel lavoro e nel tempo globale di permanenza nella sede per i dipendenti della società e dei visitatori, pur mantenendo inalterata l'architettura esterna ed interna preesistente.

La sostenibilità strutturale dell’edificio è garantita da un’orditura reticolare in acciaio (nuovo scheletro muscolare dell’edificio) indipendente dalle strutture esistenti e in grado di “assorbire” tutte le reazioni orizzontali complessive e le reazioni verticali aggiuntive a quelle esistenti dell’edificio; questa nuova struttura è prevista staccata dalle murature esistenti per definire una seconda parete-pellicola interna, utile alla creazione di una “cassa vuota” o “polmone” per l'isolamento termico, il riscaldamento e/o la ventilazione degli ambienti interni.
Per quanto riguarda gli spazi esterni, si è scelto di destinarne una parte ad aree a servizio alla mobilità, a est e ad ovest, parcheggi per auto, stalli per biciclette e mezzi elettrici e 2 colonnine per la ricarica di tali mezzi; a nord, fermata dell’autobus ed un’altra parte, la più consistente, a verde di tipo ricreativo (a nord e a sud) e a servizio degli impianti dell’edificio (a sud).
In ogni situazione si sono scelte essenze autoctone, di facile gestione e dalle esigenze molto limitate in termini di fabbisogno d’acqua, di potature ecc. Al contempo, non si è trascurata la bellezza del quadro vegetale che si va a comporre (colori delle fioriture, del fogliame ecc.).
Si è scelto un tipo di verde improntato ad un mix tra formalità (nella tradizione locale e nazionale) ed informalità (nel segno di un giardino più naturale). Il verde di nuovo impianto servirà da connessione con la collina e con il verde esistente (depurato, se del caso, da infestanti).
Un altro importante tassello che compone il mosaico degli spazi esterni è dato dalla presenza di un laghetto, posizionato sul lato sud dell’edificio, attorno alla vecchia ciminiera. L’acqua che riempie l’invaso avrà molteplici funzioni: sia raffrescare l’aria in estate, sia alimentare l’impianto di irrigazione e la rete duale (antincendio e bagni) con le acque già utilizzate (dopo opportuno trattamento su filtro biologico e sterilizzazione UV), sia sfruttarne la temperatura a beneficio del sistema geotermico.
Le scelte distributive interne dell’edificio hanno tenuto conto del percorso funzionale degli spazi e della esemplificazione degli spostamenti nel rispetto della morfologia del fabbricato. Si è scelta una suddivisione multipiano delle funzioni, suddividendole per le varie aree.

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